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Comunicazione e cultura
> Elena Bono
[Com. e cultura]
> Agente Letterario
e Press agent esclusivo
di
Elena Bono
(CV
-
www.elenabono.it)
Per gli aggiornamenti sito:
www.elenabono.it
1) Attività di supporto organizzativo e
creativo:
c/o LXIII FESTA DEL TEATRO A SAN MINIATO
Organizzazione del convegno di studi: LA
PAROLA VIVA DI ELENA BONO
22 Luglio 2009 (CONVEGNO).
COMUNICATO STAMPA (link)
Intervista a Elena Bono su il testo teatrale "LA TESTA DEL
PROFETA", (INTERVISTA)
rappresentato in prima mondiale assoluta a San Miniato dal 24 al 29 Luglio 2009
(Regia: Carmelo Rifici)
LA TRAMA DEL DRAMMA (link
al testo)
Articolo su IL SECOLO XIX del 24 Luglio 2009 (link)
c/o
Cinque Terre (www.parconazionale5terre.it)
Festival di Teatro Religioso (settembre
2008)
I luoghi dell’anima – Diretto da Daniela Ardini (Lunaria
Teatro, Genova)
www.lunariateatro.it
Attività di supporto organizzativo e creativo per la
presentazione in anteprima assoluta
con lettura di parti del testo e di poesie:
Storia di un padre e di due
figli (Le Mani editore), di Elena Bono, con Claudia
Koll
Quarta di copertina. Storia di un padre e di due figli,
dedicato dalla Bono alla “carissima Claudia Koll”, si snoda in modo
apparentemente piano, ma incalzante e ricco di svolte, in una dimensione
esistenziale incentrata sulle relazioni: con sé stessi, con gli altri,
con Dio.
Attraverso un alternarsi ed un sovrapporsi di scene e di situazioni
interiori contrastanti, ora gioiose, ora drammatiche, ci si ritrova
gradualmente a far parte di uno scenario in cui traspare, come una discreta
ma concreta presenza in controluce, la costante e ineffabile azione
della misericordia di Dio Padre nelle vicende terrene dei suoi figli.
Con la novità del personaggio femminile di Lia (che sposerà
David, il figlio minore del Principe Aaron, subito dopo
il suo breve ritorno nella casa del padre), la misericordia del Padre
assume le sembianze e le scelte di una donna umile e saggia che si dona
all’Amore con la forza di una Fede pienamente accolta e vissuta.
Sera di Emmaus muove e si articola variamente da una geniale
intuizione teatrale dell’autrice riguardo al momento in cui la folla
dei giudei, radunata "sotto la torre Antonia, appena fuori dal pretorio",
urlava a gran forza che Pilato rilasciasse Barabba e crocifiggesse
Gesù. Ma mentre tutti gridavano la liberazione di Barabba,
un brigante, di nome Jusuf, temendone la vendetta per vecchie
questioni, gridava impaurito, unico fra la folla, e "con voce molto
più potente": Gesù Gesù!
Entrambe le "azioni teatrali", ambientate in tempi e contesti
storici lontani dai nostri giorni, raccontano in realtà vicende universali
che rivivono in noi, uomini e donne di oggi, attraverso le necessità,
le inquietudini, le passioni, gli ideali, le esperienze, personali e
collettive, dei diversi personaggi, compresi i bambini.
di Stefania Venturino
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2)
Pubblicazione del libro:
Il castello in fiamme e l’unguento della parola.
Elena Bono e la sua opera.
(>
vedere pagina "Pubblicazioni" di questo sito)
contiene DVD - Edizioni: Le Mani, Recco, 2007
Progetto ideato e curato da: Stefania Venturino
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3) Ideazione e promozione di progetti cinematografici
(film o fiction)
in collaborazione con Associazione Multimedia Produzioni,
di
Salvatore Ciulla
›› LE SPADE E LE FERITE (dramma
teatrale imperniato sulle figure dell’imperatore Federico II e Papa
Innocenzo IV, al secolo Sinibaldo Fieschi, in lotta spietata per unire
o separare i due poteri temporale e spirituale; e sulle figure dei personaggi
minori, i poveri e la gente del popolo, che sempre subiscono le ferite
della lotta fra i poteri);
›› LA MOGLIE DEL PROCURATORE (racconto
ispirato alla vicenda storica di Gesù, il Nazareno, raccontata a distanza
di qualche anno da Claudia Serena, moglie di Pilato, a Seneca, in occasione
di una festa a Roma, dove la moglie di Pilato era tornata a vivere dopo
la morte di Cristo e di suo marito).
L’iniziativa, promossa da Stefania Venturino e Salvatore
Ciulla, ha lo scopo di proporre a potenziali produttori interessati
la realizzazione di un film o di una fiction tratti dalle sopraccitate
opere di Elena Bono.
Siamo convinti che da una alta e grande letteratura, quale è considerata
quella della Bono da molti suoi autorevoli estimatori (cf. testimonianze
contenute in Il castello in fiamme e l’unguento della parola. Elena
Bono e la sua opera. Ed. Le Mani 2007), possa nascere un’opera
cinematografica “universale”, capace di coinvolgere un pubblico vasto
ed eterogeneo, per età, estrazione sociale, livello culturale.
Testimoni di questa notevole e coinvolgente presa sul pubblico e della
positiva recensione critica sono state due opere teatrali di
Elena Bono, andate in scena a San Miniato per la Festa del Teatro:
Le spade e le ferite (nel Luglio 2000) e I Templari (nel
Luglio 2002).
Approfondimenti
Significato
di LE SPADE E LE FERITE
Da uno scritto autografo dell’autrice, Elena Bono:
“L’opera ha un senso universale, metastorico, che trascende gli stessi
protagonisti con i loro temperamenti, pulsioni e passioni personali.
Impero e Papato, i due cardini dell’ordine mondiale, pretendenti al
dominio del mondo, fatalmente dovevano lottare tra loro, nel segno e
nel sogno di una impossibile unità dello spirituale e del temporale
(prevalendo – ovviamente – per la Chiesa lo spirituale e per l’Impero
il temporale).
Fisico e metafisico: termini di un conflitto interno ad ognuno di noi
e che non avrà mai fine se non con la fine del mondo.
Lo scontro qui si storicizza in due formidabili personaggi: Federico
II Hohenstaufen, nipote del Barbarossa, e Innocenzo IV Fieschi dei conti
di Lavagna, già esattori del fisco imperiale e come tali gratificati
in terre, titoli e privilegi dal Barbarossa stesso.
Nemici, un tempo amici e speculari tra loro, entrambi soccombono stremati
dall’immane sforzo, segnando con la loro fine il tramonto stesso del
medioevo con le sue ideologie o miti che dir si voglia.
La Liguria, coinvolta nella querelle, pagò duramente la “colpa” di aver
dato non solo i natali ma anche appoggio morale e materiale a Sinibaldo
Fieschi dei Conti di Lavagna.
Straziata, stuprata, insanguinata, l’umile gente trova la forza civile
e cristiana di rialzarsi, di rialzare cose e chiese, di riprendere a
vivere, a operare, portando così avanti la Storia.
La quale non è gestita unicamente dai potenti ma grava specialmente
sulla spalle della gente qualunque. Sulle spalle di ciascuno di noi.”
La moglie del procuratore è uno dei racconti raccolti nel primo
libro importante di Elena Bono, Morte di Adamo, pubblicato da
Garzanti nel 1956 e ristampato da EmmeE (oggi Le Mani edizioni, Recco
- Genova) nel 1988.
Il racconto inizia con la lettera di invito di Seneca a Claudia Serena,
vedova di Pilato, a partecipare ad una festa in casa sua.
Venne subito tradotto e pubblicato in diverse lingue: inglese, con il
titolo The widow of Pilate (Hutchinson of London 1958), in francese
Le Veuve de Pilate (Spes, Paris), in spagnolo Muerte de Adam.
Il fatto che due edizioni straniere abbiano scelto di titolare l’intero
libro con il titolo del racconto La moglie del procuratore (ancorché
diventato La vedova di Pilato) è indice della particolare impressione
lasciata da questa lunga narrazione e dal libro nel suo insieme in cui
– scrive Andrea Monda nel libro Il castello in fiamme e l’unguento
della parola, pag. 60 – “c’è molto cinema”.
Queste alcune citazioni dalle recensioni dell’epoca:
Emilio Cecchi: Ciò che soprattutto colpisce è il fatto della
scrittura estremamente composita e, al medesimo tempo, capace dele più
strane e labili vocazioni…è una violenza espressiva, al cui confronto
certe immagini di un Altdorfer e di Grünewald possono sembrare degli
zuccherini”.
TIMES: powerful and movin picture;
DAILY TELEGRAPH: with a powerful representative strength there
is a numinous quality;
NOTTINGHAM GUARDIAN JOURNAL: A surprising enter in the English
literature;
CHURCH TIMES: Extraordinary dramatic power similar to EL GRECO;
PRETORIA NEWS: Solemn work;
TATLER: Totally capturing. Extraordinary tension;
NICE-MATIN: Il faut la saluer comme une revelation de la littèrature
italienne”;
LA CROIX: Succès immense, traduit en englais, il a reportè tous
les suffrages de la critique. Roman puissant et hallucinant (G. De Beauville).
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4) Ideazione del progetto:
"Conoscere a scuola
Elena Bono"
Universalità
dell’opera letteraria di Elena Bono
LETTURA EDIFICANTE
Poesia, racconto, dramma:
la Parola come espressione di verità storica e individuale
e come mezzo per educare e formare l’uomo.
Nell’era dell’ICT (Information and Communication Technology)
quale spazio e ruolo ha la grande letteratura?
In un contesto culturale locale, nazionale ed europeo dominato dall’influenza
dei media e delle moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazione,
emerge sempre più la consapevolezza della necessità di saper offrire
alla società nel suo insieme, e ai ragazzi delle scuole in modo particolare,
degli strumenti idonei a formarsi una coscienza critica in grado
di selezionare e gestire la mole sovrastante, indiscriminata e indifferenziata
di informazioni che ci raggiungono quotidianamente.
Uno di tali strumenti non può che essere certamente offerto dalla
cultura e, segnatamente, dalla letteratura, una delle
fonti indispensabili e insostituibili "per educare i ragazzi ai sentimenti
e alle emozioni….: “meno computer e più letteratura” - ha
detto il filosofo e psicologo Umberto Galimberti, in una trasmissione
televisiva di TV7 (Rai 1 del 23 nov 07) – “perché è lì che si impara
cosa è l’odio, l’amore, la tragedia".
Una società caratterizzata dall’era digitale non poteva non subire
le profonde trasformazioni dovute ai cambiamenti che l’informatica
ha apportato nella nostra quotidianità, dilatando lo spazio in cui possiamo
agire e azzerando il tempo in cui dobbiamo agire.
Dice Ezio Andreta, docente di Gestione della Conoscenza
presso il Politecnico di Torino e Presidente dell’APRE
(Agenzia per la Ricerca Europea), nel libro
LA MUSICA DELL’INNOVAZIONE. Dalla ricerca al mercato:
generare e trasmettere fiducia (ed. Liberodiscrivere, Genova, 2006):
Oggi il mondo sta vivendo una profonda mutazione paragonabile, per portata
innovativa, al passaggio dall’era della pietra a quella della ceramica
e del bronzo. Quando l’uomo scoprì, accidentalmente, che la pietra si
poteva frantumare e plasmare con acqua, la sua vita passò da quella
nomade delle caverne a quella stanziale, costruendo case, acquedotti,
utensili, ceramiche. Ci fu quindi una rivoluzione culturale di cui un
segno evidente fu la storia stessa dell’uomo, non più scritta nelle
incisioni e pitture rupestri delle caverne, ma nelle suppellettili:
vasi, anfore, piatti.
Oggi ci troviamo di fronte ad un cambiamento altrettanto epocale: il
passaggio dall’economia delle risorse e delle materie prime (i mattoni)
all’economia della conoscenza (i nano-mattoni: nano-tecnologie, genomica).
Cioè, la conoscenza, l'"aggiungere intelligenza alle cose", è
oggi il vero fattore di produzione di ricchezza. Questa è la sola strada
per l’Europa di essere attore del futuro: produrre conoscenza puntando
non tanto alla tecnica e alle tecnologie, quanto alla capacità di intuire,
immaginare, direi, persino, di sognare. Un buon titolo per questo libro
sarebbe stato anche “The dream of innovation”.
In una ottica di giusta valorizzazione e sfruttamento dei vantaggi portati
dalla modernità, si sente l’urgente esigenza di offrire ai giovani del
nostro tempo la possibilità di riscoprire, attraverso proposte culturali
e formative innovative all’altezza della sfida, l’importanza della classicità
espressa nelle sue varie forme artistiche: letteratura, teatro, musica,
danza.
A partire da una analisi obiettiva, serena e aperta alle potenzialità
dell’era moderna, obiettivo di questo progetto è quello di restituire
alla LETTERATURA il ruolo formativo, educativo e propulsivo che le spetta
di diritto, attraverso la riscoperta della vastità e della ricchezza
dell’opera letteraria di Elena Bono – poetessa, drammaturga
e autrice di romanzi.
Obiettivi
Considerati i valori e le tematiche presenti nell’opera della Bono,
attraverso la diffusione della sua opera nelle scuole si vuole individuare
e sperimentare un percorso formativo volto a:
• Stimolare il pensiero, l’osservazione e la riflessione sul senso
della storia dei popoli e sul ruolo e la responsabilità dei singoli
(tensione per l’impegno civile, tema della resistenza della propria
coscienza contro i disvalori presenti nella società);
• Insegnare il valore oggettivo e “sacro” della parola; educare
al gusto e alla ricerca della verità (il senso valoriale e religioso
della vita);
• Scoprire la grandezza della vita e dell’uomo, anche e nonostante
le brutture, le miserie e le debolezze umane (il senso della speranza
a partire dalla consapevolezza della realtà, il valore dell’impegno
personale);
• Riscoprire il senso e la fecondità del confronto di idee a partire
dalla riconoscimento della propria e altrui identità, fatta di esperienza,
competenza, insieme di valori (saper distinguere il peso di una opinione
personale da quello di una opinione competente).
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